La Val di Non

I nonesi

 

Sén el popolo pu vècjel
’ntra el Brener e Borgjét,
confinàn col Sudtirol
e gh’ godén stima e respèt.

Sén la tèra dei pomàri,
ma ancja chéla dei cjastèi,
per trei bòte i én destruti,
sol adès i ne ’mpàr bèi.

Nònsi èren e amò sén,
no avèn mai mudà el gjabàn,
doi milèni èn dré al scjena,
e sul tèrz già pestolàn!

En tei secoi chésta val
pu d’ le autre, pu de Trent,
l’à butà dei gran talenti
e doven tegnirlo a ment.

Vardà po’ a l’utonomia,
e vedeo com’ sén redót:
se ancja i Nonesi i se slàva
de special no resta engòt!

  

  

  

Siamo il popolo più antico
tra il Brennero e Borghetto,
confiniamo con il Sud Tirolo
e ci godiamo stima e rispetto.

Siam la terra dei pomari,
ma anche quella dei castelli,
per tre volte li spiantammo,
solo adesso sembrano belli,

Nonesi fummo ed ancor oggi siamo,
mai voltammo la gabbana,
due millenni abbiamo percorso,
e sul terzo camminiamo

Nei secoli questa valle,
più di altre, più di Trento,
generò dei grandi talenti
e scordarlo non dobbiamo.

Guardate poi all’autonomia,
e vedete come siamo ridotti:
se anche i nonesi si slavano
di special non resta nulla.

 

Sergio de Carneri

 

Tratto da "La cònta dei nònesi" (www.poesieladino-nonese.it)

 

            

 

La Val di Non, la terra dei pomari, come dice il breve poemetto di Sergio de Carneri in apertura di questa sezione. Ma anche dei castelli che dominano intere vallate ancora oggi. Esempio superbo è il Castello di Thun, ma girovagando è possibile incontrarne sul nostro cammino molti altri come ad esempio Castel Nanno dell'omonimo paese e il Castello del Buonconsiglio a Trento.

 

        

 

Ma la Val di Non non è solo questo. Nel nostro breve viaggio di tre giorni abbiamo scoperto una varietà di paesaggi unica. "Grazie alla sua particolare conformazione morfologica la Val di Non è stata recentemente ribattezzata la Valle dei Canyon. Visitarla vuol dire ammirare e godere appieno della suggestiva fusione di natura e cultura che il suo territorio sa offrire. Questi fantastici spettacoli naturali, rimasti per secoli nascosti ed inaccessibili, sono stati recentemente riscoperti e sono oggi percorribili in suggestivi percorsi costruiti nella roccia." (www.visitvaldinon.it)

 

Abbiamo percorso sia il Canyon Rio Sass sia il Parco Fluviale Novella accompagnati da guide esperte che ci hanno svelato tutti i segreti di questi luoghi meravigliosi (un grazie particolare va alla nostra guida Filippo del Novella: ci ha illustrato non solo il canyon, ma c'è stata l'opportunità di apprendere anche preziose informazioni sulla coltura delle mele...una vera lezione privata dato che tutti gli altri patecipanti parlavano solo tedesco!).

 

Abbiamo percorso in autonomia il canyon da Sanzeno a Don passando da San Romedio. Molto bella è la leggenda legata a questo santo e lasciamo che a raccontarla siano i versi di una poesia di Gino Ruffini,   (tratta da www.poesianonesa.it):

San  Romedi

El preghiava san Romedi
Sul sponton de rocia viva
Dent ca val che 'l rio bagnava
Per beorar el so chiaval
E anchia l'ors, semper famà
Che sbranando 'l pöer equin
L'à laghià Romedi a pè.
El bon om, sant e pazient
E ghià dit : "per penitenza
Mi te fon chiavalchiadura
E naren su e gió per Trent".
Con Romedi sul gropon
L'ors el s'era fat agnèl
Plén de spirit franceschian
Se no füs per chél viziet
De robar le zave zalde
Ent chél ort che san Vigili
El sarclava 'n Primavera
Tòlt la crós e 'l pastoral
Dopo i vespri de la sera.

 

  

   

Pregava san Romedio
Sullo spuntone di viva roccia
Dentro la valle che il rio bagnava
Per abbeverare il suo cavallo
E anche l'orso, sempre affamato
Che sbranando il povero equino
Ha lasciato Romedio a piedi.
Il buon uomo, santo e paziente
Gli ha detto: "per penitenza
Io ti faccio cavalcatura
E andremo su e giù per Trento".
Con Romedio sul groppone
L'orso s'era fatto agnello
Colmo di spirito francescano
Se non fosse per quel vizietto
Di rubare le carote
In quell'orto che san Vigilio
Sarchiava in Primavera
Smessi croce e pastorale
Dopo i vespri della sera.

 

Gino Ruffini

Da allora questo santo è raffigurato in compagnia del suo fido orso.

 

           

 

Un po' di tempo siamo riusciti a dedicarlo anche al Parco Naturale Adamello Brenta andando a visitare il Lago di Tovel nelle cui acque si specchiano maestose le Dolomiti del Brenta (aime! purtroppo non nella giornata scelta da noi!) Particolarità del lago è il fatto che fino agli anni '60, ogni anno nel periodo estivo, si tingeva di rosso. La leggenda racconta che questo fenomeno si palesava in memoria di una truce battaglia avvenuta anni or sono. In realtà il merito va ad una particolare alga rossa che nel tempo non si è più formata. E' possibile osservare i suoi effetti anche su molte rocce incontrate durante la visita ai canyon.

 

       

 

Infine un caloroso grazie va a tutte le persone che abbiamo incontrato. Purtroppo in molti è inculcato il pensiero che, in generale, in Trentino Alto Adige gli "italiani" non sono graditi. Ebbene abbiamo appurato esattamente il contrario!