Rifugio Vittorio Emanuele II

Località Valsavarenche - Pont (AO)

 

 

 

 

 

 

Codice Sentiero Segnavia n. 1
Partenza Pont - 1958 m slm
Arrivo Rifugio Vittorio Emanuele II - 2735 m slm
Dislivello 780 m circa
Difficoltà E (vedi scala difficoltà)
Tempo 2 h
Km 5 Km
Disponibilità di acqua free
Davanti al rifugio c'è a disposizione di tutti una fontanella.
Materiale cartografico

 

 

(da www.comune.valsavarenche.ao.it)

Profilo altimetrico e   tracce

 

 

 

 

Note

- Il tempo per questa escursione può essere molto ridotto se si approfitta delle numerose scorciatoie fra i tornanti. Queste comunque sono molto ripide e impervie.

- Attenzione: in Val d'Aosta i segnavia dei sentieri sono gialli con scritte nere. Se tondi indicano sentieri locali, se triangolari indicano un'Alta Via. Si possono trovare anche contemporaneamente come in questo caso. Vedi Segnaletica.

 

Potete scaricare la descrizione di questa escursione da qui --> 

 

Luglio 2012 

Bellissima escursione nel cuore del Parco del Gran Paradiso.

Il Rifugio Vittorio Emanuele II risulta essere la prima tappa per chi intende effettuare l'ascesa al Monte del Gran Paradiso (4061 m), quarto per importanza dopo il Bianco, il Rosa e il Cervino. Si incontrano quindi in questo luogo sia semplici escursionisti che veri alpinisti ed è preso d'assalto soprattutto nella stagione estiva.

Pare infatti, ma noi non ve lo possiamo confermare, che l'ascesa al monte sia fattibile a molti, ma il "traffico" che si crea nei pressi della Madonnina che domina la cima può essere fonte di pericolo. Infatti per raggiungerla c'è da attraversare un tratto molto esposto, seppur molto breve, ed occorre essere attrezzati per farlo.

Un simpatico aneddoto (non si sa quanto veritiero) narra che ad arrivare in cima nel 1930 ci sia riuscito anche un coraggioso asinello di nome Cagliostro guidato da l'Abbè Henry, prete, studioso e alpinista. Munito di ferri speciali e di una corda guinzaglio di cinquanta metri, dopo la lunga ascesa per morene e nevai, il ciuco varcò il crepaccio terminale, lanciò un raglio trionfale, depositò il suo olezzante souvenir sotto la vetta, fece un innocuo ruzzolone durante la discesa e tornò a valle vincitore.(da Redazione L'Alpino del 05/02/2003)

Se ci riesce un asino forse....  :-)  

Il paese di Pont si raggiunge uscendo dal casello autostradale di Aosta- St. Pierre e seguendo le indicazioni per la Valsavarenche.

Si parcheggia l'auto nell'ampio parcheggio in località Breuil in fondo al paese. Da qui partono numerose escursioni e la nostra comincia nei pressi del chiosco delle informazioni turistiche a sinistra del piazzale. Se dovesse servire, in quest'area è presente anche un bagno pubblico.

 

Il sentiero catalogato col segnavia n.1 comincia a destra del suddetto chiosco. Attraversiamo un piccolo ponte sul torrente Savara e ci troviamo su un'ampia strada sterrata. Questo primo tratto è praticamente in piano e corre lungo il corso d'acqua.

 

     

 

 

Raggiungiamo così un edificio chiamato il Rifugio di Tetras Lyre e da qui comincia la mulattiera che porta al Rifugio Vittorio Emanuele II. Si tratta di una delle tante strade reali di caccia, fatte costruire appositamente per consentire al primo re d'Italia di accedere facilmente ai territori per l'attività venatoria.

 

 

Dopo aver attraversato un secondo ponte ci si immerge così in un bosco di larici. La mulattiera è stata restaurata e quindi risulta essere particolarmente comoda.

 

        

 

 

            

 

Superati i 2100 m lasciamo l'ombra dei larici e troviamo una bellissima cascata. Il sentiero continua ad essere agevole e fanno capolino il  Ciarforon (3642 m) e il Monciair (3544 m). Intorno a noi il rumore del torrente a fondo valle si quieta e si comincia ad udire il tipico fischio di richiamo delle marmotte.

 

           

 

Ad un certo punto ci rendiamo conto di non essere soli. Ed ecco in lontananza un camoscio che osserva attento ciò che accade attorno a lui.

 

       

 

Il sentiero diventa lievemente più ripido e più aspro, ma la fatica è ripagata da un secondo incontro particolarmente interessante: la marmotta.

 

            

 

Intanto il Ciarforon si fa sempre più imponente e raggiungiamo una scalinata, anch'essa restaurata, che porta al pianoro dove sorge il rifugio.

 

 

         

 

                             

 

In realtà i rifugi sono due: quello vecchio, che sorge leggermente più in alto, e quello nuovo che è appunto la struttura a semibotte che tutti conoscono. A far da cornice ai rifugi il laghetto di Moncorvè e una piccola chiesetta.