Val Veny - Rifugio Elisabetta

Località Courmayeur - Val Veny- Rifugio Elisabetta

 

 

 

 

 

 

 

 

  
 

 
Codice Sentiero Alta Via TMB (Tour Monte Bianco) 2
Partenza La Visaille 1659 m slm
Arrivo

Rifugio Bonatti 2195 m slm

Dislivello 484 metri m positivo  - 58 m negativo
Difficoltà

T/E

Tempo

2h e 15 min

Km

6,7 km circa

Disponibilità di acqua free

Non ci sono fontanelle per rifornirsi

Materiale cartografico

  

Profilo altimetrico e tracce

Note

Se non volete parcheggiare troppo lontano dal punto di partenza vi consigliamo di arrivare abbastanza presto al mattino. Nell'alta stagione infatti il traffico in valle è regolato. E' predisposto comunque un servizio navetta.

Info BAU

Non abbiamo riscontrato nessun problema nel lasciare il cane libero, va comunque sempre osservata la massima attenzione ed educazione, specie nel caso siano presenti marmotte, altri animali selvatici o pascoli. Se non riuscite a gestire e controllare il cane meglio tenerlo a guinzaglio. Numerosa presenza di ciclisti.

Per il nostro Bau ci sono tantissime fonti per l'abbeveraggio per via dei numerosi corsi d'acqua presenti.

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AGOSTO 2020

Per arrivare a Courmayeur si prende l'autostrada A5. E’ possibile arrivare ad Aosta e proseguire su strada normale, godendosi il panorama, oppure percorrerla per intero. Ricordiamo che da Aosta a Courmayeur si paga comunque sempre l’intero tratto, anche se si sceglie di uscire in una tappa intermedia. Giunti a Courmayeur si seguono le indicazioni per la Val Veny.

Si passa sotto il Santuario di Notre Dame De La Guerison dove vale la pena perdere un po' di tenpo per un paio di foto. Davanti a noi il ghiacciaio della Brenva sul massiccio del Monte Bianco. A destra invece il traforo e lo Sky Way con la prima stazione in alto ben visibile. 

 

      

 

Si prosegue fino alla località La Visaille, non perdete le speranze la troverete anche voi. Si lascia la macchina in prossimità della sbarra di delimitazione. La camminata inizia in salita su una strada poderale asfaltata, molto comoda all’ombra dei larici. 

 

 

      

 

Ad un certo punto per un breve tratto, a causa di una frana, la strada da asfaltata diventa sterrata ma non ci si può sbagliare c'è solo quella che costeggia il fiume. 

      

 

      

 

Dopo 40 minuti circa e 2 km di lunghezza si arriva ad un ponticello che si affaccia sul bellissimo Lago del Combal. 

 

      

 

               

 

Tenendo la nostra destra seguiamo le indicazioni per il rifugio. Se si ha un po’ di tempo si può proseguire diritto e andare a fare un’escursione al Lago del Miage passando per La Baita del Combal (mezz’ora circa di strada). 

 

      

 

Noi percorriamo il ponticello e ci incamminiamo verso la lunga poderale sterrata che costeggia numerosi stagni e piccoli torrenti che scendono dai ghiacciai e che vanno a formare il fiume che ci ha accompagnato fin qui. Il percorso è praticamente in piano. Felicità assoluta per il nostro cane visto che il sentiero è quasi totalmente esposto al sole, una boccata di freschezza.

 

  

      

 

      

 

Il panorama intorno a noi con il Monte Bianco e l’Aguille Noire con la Morena del Miage a tenerci compagnia è favoloso, complice anche la splendida giornata. Una zoommata sul rifugio Monzino è d’obbligo. 

 

      

 

Dopo 3 km termina il tratto pianeggiante e comincia il secondo tratto di salita. Si può decidere se continuare sulla poderale, molto più comoda ma molto più lunga e trafficata, o scegliere di prendere il sentiero alla nostra sinistra più corto ma molto più ripido. Convinco Antonella a scegliere la seconda ipotesi. Siamo a quota 1980 Mt s.l.m. e abbiamo percorso fin qui 5 km. 

 

      

 

                 

 

Verifico con il mio Garmin che solo per la salita sono 140 mt di dislivello per una lunghezza di 800 mt quindi notevole. La quota a questo punto è 2118 mt s.l.m. Ci meritiamo qualche foto panoramica e qualche selfie. 

 

 

      

 

      

 

Proseguiamo per il visibilissimo e unico sentiero. Il rifugio è ormai appena sopra di noi. Spettacolari sono le Pyramides Calcaires che fanno capolino dietro il rifugio. Si passa dietro dove si apre davanti a noi un magnifico alpeggio vastissimo e verdissimo. Sorpassiamo un piccolo ponticello in legno. Ultime curve e qualche foto dell’Aguille Noir dai ruderi delle vecchie caserme, fabbricati che ospitavano la guarnigione in tempo di guerra. 

 

 

      

 

      

 

Così dopo circa 2 ore e 15 minuti arriviamo al Rifugio Elisabetta Soldini a 2195 m s.l.m. Qualche foto del panorama dalla terrazza e una birretta e scendiamo ripercorrendo la strada dell'andata.